A1 maschile, Mattia Crotti confermato coach della prima squadra targata Reggio Emilia Grissin Bon
settembre 04, 2022
Si chiude il cerchio nella formazione di A1 maschile del Tennistavolo Reggio Emilia, quest'anno targata Grissin Bon. Dopo la conferma di Daniele Pinto e gli arrivi di Alessandro Baciocchi e Alin Marian Spelbus, il sodalizio del presidente Paolo Munarini annuncia la conferma del tecnico Mattia Crotti.
Piacentino di Cortemaggiore classe 1982, è al suo quarto anno a Reggio e nella prossima stagione continuerà a guidare in panchina la prima squadra reggiana, oltre a essere a disposizione come giocatore in caso di situazioni di emergenza.
"Abbiamo proseguito - spiega Crotti - sulla linea della scorsa stagione, ossia costruire una squadra con giocatori impiegati in pianta stabile, puntando sul gruppo per poter raggiungere il nostro obiettivo della salvezza come siamo riusciti l'anno scorso, dove siamo stati premiati giustamente. Presumo sia ancora un compito tosto, anche se è difficile fare previsioni su altre squadre che possono avere politiche diverse dalle nostre e tesserare più avanti alcuni giocatori da impiegare in alcune occasioni. Vedo un campionato dove Messina e Carrara faranno cammino a sé, poi segue la Marcozzi e dopo le altre formazioni che puntano ad altri obiettivi, anche se ora fare previsioni è difficile. Per quanto ci riguarda, ci siamo rinforzati, ma è anche salito il livello del campionato. Spelbus è un ragazzo serio e ci aspettiamo possa essere il nostro numero 1; per quanto riguarda gli italiani, Baciocchi è uno dei migliori interpreti del nostro Paese e sono sicuro che Pinto faccia meglio rispetto alla scorsa stagione, visto che impegno e grinta non mancano mai. Sono contento della squadra allestita e della fiducia che la società e il presidente Paolo Munarini mi hanno concesso per un'altra stagione in serie A1. Cercherò di dare il mio contributo dalla panchina e non vedo l'ora di iniziare".
Nella foto di Paolo Giorgio, Mattia Crotti, tecnico del Reggio Emilia Grissin Bon in A1 maschile, a colloquio con Daniele Pinto
